Editoriale 9° numero

di Paola Giordano ed Enrico Palma

 

Tra i venti di guerra che spirano in Europa, dall’estenuante conflitto russo-ucraino alla grave e tremenda questione israelo-palestinese, che negli ultimi mesi ha conosciuto una sanguinosissima recrudescenza, con la consueta libertà che contraddistingue la nostra linea editoriale, il nono del Pequod si sofferma anche su questioni geo-politiche, del presente e del passato, sulle ingiustizie della storia contro le quali erigere un baluardo di difesa. E tale difesa, a nostro giudizio, è la parola che comprende.

In queste pagine il lettore troverà riflessioni sui grandi testi della filosofia occidentale, sulla letteratura italiana contemporanea e sulla cinematografia più recente, che si confrontano sul posto dell’umano nel globo, in un ordine mondano tutt’altro che solido bensì sull’orlo sempre più evidente di una pericolosa disgregazione. Su questo punto spendono parole importanti Piazzese e M. Spanò, i quali discutono il concetto così fortunato negli studi contemporanei di geofilosofia; Palma, che con la critica filosofica appronta una lettura della Chimera di Vassalli; Biuso, con una nota critica su Civil War e sulla prevaricazione politico-militare statunitense sul resto del pianeta.

La giustizia filologica è oggetto delle pagine di Di Mauro, il quale si sofferma sulla vicenda critica ed editoriale di una parte dell’opera di Giuseppe Fava. Russo invece propone un’analisi di un’opera di Piccini che dalle scaturigini gerosolimitane dell’Occidente ci riporta ai legami fondativi dell’esistenza, quelli genitoriali, più in particolare tra padre e figlio; genitorialità che, dall’altro lato, è indagata da Dierna, che sempre dal versante letterario ci parla della catena materna, che deve resistere ma a volte anche spezzarsi.

Ancora sulle ingiustizie storiche indugiano R. Spanò, con un’interessante incursione nella temperie post-coloniale, e Patanè, a proposito delle disuguaglianze e delle disparità economico-sociali che emergono dalla riflessione di Michéa. Altadonna prende di petto uno degli argomenti in assoluto più radicali della filosofia, la ricerca del senso esistenziale e di ciò che garantisce nell’esistenza; argomento beckettiano sviluppato anche da Tomasello a seguito della visione di un Godot milanese. Pagine di brio filosofico sono quelle di Dilillo e Falcone, in cui la fantasticheria e la fantascienza si mostrano come alcune delle vie più dirette per comprendere se stessi e il mondo. Zonta, ripercorrendo le orme di Von Humboldt, esorta all’apertura e alla pluralità tra le culture.

Non resta allora che augurare al lettore una buona navigazione.

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