di Pietro Russo
1.
un uomo che si piega verso terra
un uomo che morde la terra
umida della notte
ora apri gli occhi –
la prima cosa che vedi?
le braccia aperte
o i chiodi?
programmati come un’oliva
la spremitura nel destino
ma prima la battitura
e un telo che si chiude sopra di noi
il frantoio non ha maschere
coleremo sulla fronte del Re
e allora risuonerà da tutti gli angoli
il Cantico d’amore
3.
beato l’uomo che beve
ma non entra nel consiglio dei cinici
la terra tanto tiene i piedi
mentre la strada del ritorno si divide
una via è lasciarsi alla forza
di cadere
l’altra essere radicali
da non distinguere le radici
dai morti
cheers, man
sento i suoi occhi su di me
il suo sguardo diventato più
di quello che sono rimasto
per sfuggire ai suoi occhi
non posso che appiattirmi
come vetro per la sua luce
dove molti asceti hanno fallito
ho seppellito lì le nostre paure
nella carne
la maledetta carne che risorge
non appena veniamo sfiorati
nessuna differenza
tra un luogo di mattoni e una tenda
e nel deserto come nel Bayou
la parola è vento e silenzio
la battaglia è
tra la falsa eternità
e la vera
noi? solo testimoni
(prima e ultima lezione per detective del Prof. F. W. N.)
tutto torna
alla fine
(era così già all’inizio)
la coscienza non è fatta per l’uguale
e il simile lo lasciamo alla scintilla di fuoco
dei poeti
Marty, noi non siamo il Giorno e la Notte
giriamo, Marty
per strade di alluminio e cenere
attorno a un astro che ci tiene distanti
se chiudi gli occhi la vedi
è una danza, Marty
una danza
un uomo a terra
un uomo con la sua faccia
conosce la terra
lì è dove cadono le maschere
la finzione che tiene separati
logos e stelle
ora chiudi gli occhi
respira –
lo senti?
Note
La lettura di questa suite di testi presuppone la visione della prima stagione di True Detective. Se si vuole, si può accompagnare la fruizione di questa serie con studi e commenti critici che nel frattempo, dalla sua prima apparizione in tv nel 2014 a oggi, sono fioriti sugli scaffali delle librerie e in rete. Tra i tanti (e tra i più recenti), gli ottimi saggi di Enrico Palma, Il cielo stellato del bene. La metafisica del negativo in “True Detective” (in «Dialoghi mediterranei», 67, maggio 2024), e di Dejanira Bada, “True Detective” e Nietzsche, ovvero: elogio di una serie memorabile (in «Pangea», https://www.pangea.news/true-detective-nietzsche-dejanira-bada/).
Questa non vuole essere che un’altra interpretazione, ovvero introiezione-ruminazione dell’opera e infine bolo verbale. Non una bella immagine, ma nella sua brutale meccanicità il protagonista forse potrebbe riconoscere un “sapore” familiare. Il titolo, Poesie d’amore per Rust Cohle, non sempre è preciso: a volte si ha l’impressione che sia lui stesso a introdursi tra le parole.